Radiotelescopio compatto SPIDER 230C, kit senza montatura
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Nella parte finale del libro il lettore potrà trovare molti dati e riferimenti interessanti come un confronto tra “cielo visibile” e “cielo radio”, un elenco di radiosorgenti più importanti e diverse risorse trovabili su Internet.
Seduto davanti al computer, aspetto che la camera CCD collegata al telescopio finisca la ripresa di M42, mentre la montatura sta correttamente inseguendo il moto apparente delle stelle in cielo. Osservo la fotografia e penso: “Ecco la Nebulosa di Orione”. Ma sto semplificando. Dovrei infatti dire: “Ecco la Nebulosa di Orione ripresa nelle frequenze del visibile”. Ricordo lo stupore e la curiosità provati quando, per la prima volta, ho confrontato le immagini dello stesso oggetto astronomico riprese a diverse lunghezze d’onda e, in particolare, nelle frequenze delle onde radio. Il suo aspetto poteva essere anche molto diverso, quasi irriconoscibile! Per quale ragione? Conoscevo la radioastronomia marginalmente e mai avevo approfondito tale argomento. Mi ritrovai così a studiare molti libri e articoli scoprendo un vero e proprio “cielo invisibile”.
Seguo l’astronomia amatoriale da molti anni e ho un costante contatto con l’evoluzione degli strumenti utilizzati per quello che può essere considerato un lavoro o un hobby. Ogni giorno di più, gli astrofili (cioè gli astronomi non professionisti) sono in grado di ottenere risultati di prima qualità, molte volte richiesti anche dai professionisti. Tale specializzazione rimane però confinata nelle lunghezze d’onda del visibile, al massimo nel vicino infrarosso o ultravioletto. L’Universo che stavo scoprendo era invece composto da oggetti a volte invisibili ai normali telescopi ma “luminosissimi” se studiati nell’ambito radio. Studiavo strumenti che, sebbene telescopi, avevano poco in comune con quello che bene conoscevo e usavo.
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